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AIESEC ‘Build Your Future’: i giovani e il mondo del lavoro

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AIESEC è la più grande associazione internazionale completamente gestita da studenti. Nata nel 1948 da un desiderio di rivalsa di giovani studenti francesi, belgi ed italiani, oggi si pone come vision lo sviluppo del potenziale di leadership di ogni giovane studente nel mondo. Insomma dar modo ai giovani, studenti o laureati, di avere qualche possibilità in più per inserirsi nel mondo del lavoro o semplicemente arricchire il proprio bagaglio di conoscenze, come ad esempio la possibilità di partecipare a stage all’estero di volontariato o lavorativi, presso aziende.

Con quest’ottica “AIESEC Napoli Federico II” ha realizzato il 26 novembre, presso l’aula T2 del complesso Monte Sant’Angelo, l’evento “Build Your Future”, grazie anche alla proposta di uno dei relatori della giornata Gianluca Flaminio. Costruisci il tuo futuro, ovvero capire il mondo del lavoro e cosa fare per entrarci, quindi arrivare pronti a questa sfida, una volta finito il corso di studi. L’obiettivo dell’iniziativa c’è stato spiegato dalla moderatrice dell’evento Giulia Paone: “L’evento ha come tematica principale l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro apparentemente saturo e senza futuro. Verranno presentati i diversi percorsi che un giovane laureato può intraprendere per costruire concretamente la propria carriera e raggiungere obiettivi ambiziosi”.

Hanno partecipato all’evento, oltre agli studenti universitari, illustri ospiti, rappresentati di importanti aziende e scuole di formazione: Andrea Ricciardiello direttore di “Time Vision”, Gianluca Flaminio financial partner di “BNL”, Rosario Florio direttore per la Campania di “lega coop” e Sergio Negri country manager di “Istituto de Impresa”.

Tutti i relatori sono molto interessati al rapporto difficile tra giovani e lavoro, Rosario Florio, in quanto rappresentante della “lega coop”, ci ha raccontato che loro aiutano l’inserimento dei giovani all’interno del mondo del lavoro con varie iniziative quali “start up cooperativo”, facilitando la possibilità di costituire le cooperative, creando quindi autoimpiego, attraverso un’analisi critica del progetto, un aiuto nella creazione del business plan, affiancamento nella creazione della cooperativa, nel senso di redigere lo statuto della stessa, e la ricerca dei finanziatori, tra cui i fondi di promozione cooperativa; ci tengo a sottolineare il coop fond che è il nostro fondo di finanziamento diretto a tutti i progetti da noi valutati come meritevoli, accedendo così a prestiti con tassi agevolati oppure una partecipazione diretta al capitale di rischio”.

“Time Vision” è una scuola di alta formazione campana e ad Andrea Ricciardiello abbiamo voluto chiedere se i neolaureati siano realmente pronti per il mondo del lavoro.

“L’università è bravissima a fornire le competenze tecniche, ma la distanza tra ciò che richiede un’azienda e le conoscenze di un laureato è ancora ampia, ci vorrebbe maggiore vicinanza tra questi due soggetti. L’università dovrebbe collaborare con le aziende per offrire una formazione più vicina a quelle che sono le richieste. Obiettivo che si deve porre l’università, in quanto le aziende sono concentrate sul proprio business. D’altro canto, la politica oggi sta modificando il proprio atteggiamento verso l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, facilitandolo, anche se la distanza, di cui abbiamo appena parlato, deve essere colmata”.

Sergio Negri è invece il country manager per l’Italia, la Slovenia e la Croazia di IE, la prima Business School in Europa, che promuove percorsi di formazione sia per le lauree triennali che per le lauree magistrali, per qualsiasi percorso di studi, dando la possibilità di inserirsi nelle aziende o di crearne una propria, fornendo quella che loro chiamano “cassetta degli attrezzi”, ovvero tutte le competenze necessarie per “montare” imprese in maniera produttiva e duratura. Anche a lui, avendo a che fare con ragazzi appena laureati, abbiamo chiesto un parere sullo stato dell’università italiana.

“In un ambito europeo si colloca non bene, quella privata come quella pubblica. I problemi sono molteplici: bassa innovazione, dovuta ai pochi incentivi forniti al mondo della ricerca. Interazione praticamente nulla fra studenti e docenti, colpa dei metodi di insegnamento, basti pensare che all’estero il professore entra in classe e fa “fare lezione” ai ragazzi, nel senso di proporre argomenti e interessato ad ascoltare le risposte degli studenti, che così si confrontano tra loro e con la cattedra. Altro problema è il sistema di signoraggio all’interno delle università, dove uno studente meritevole ha grandissime difficoltà ad emergere e spesso è costretto ad uscire dai confini nazionali; ovviamente questo problema è presente anche all’estero, ma in numero ridotto. Magari svecchiando il corpo docenti o presentare corsi di laurea in inglese potrebbe essere un incentivo per risollevare l’università italiana, ma chi ci ha provato in Italia si è scontrato con un corpo docente inamovibile. Inoltre in Italia c’è uno scollamento molto ampio tra quello che si insegna e quello che dovrebbe essere insegnato, per quanto riguarda un’ottica di futura collocazione in azienda. Quando un laureato italiano si presenta all’azienda con ottimi voti dimostra semplicemente di aver saputo “giocare secondo le regole”, mentre le competenze affini a quel ruolo devono essere insegnate”.

La giornata è stata un successo, prima di tutto per gli studenti che, si spera, abbiano un quadro più chiaro di ciò che li aspetta una volta usciti dall’università; per l’associazione “AIESEC Napoli Federico II”, in quanto la partecipazione è stata ampia e l’autorità degli ospiti che sono intervenuti ha dato lustro all’iniziativa; infine per i relatori, che si sono dichiarati tutti soddisfatti della partecipazione e felici di averne potuto prendere parte. Insomma complimenti ad AIESEC, che ricordiamo è formata unicamente da studenti, che è riuscita a richiamare l’attenzione su una tematica così delicata ricevendo ampia partecipazione e complimenti da tutti.

Stefano Gattordo

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