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GSE: SERVE VELOCEMENTE NORMALIZZAZIONE E PIENA OPERATIVITÀ PER EVITARE DI PERDERE ALTRO TEMPO. IL SETTORE NON PUÒ PIÙ ASPETTARE

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Le recenti vicende legate all’azzeramento delle nomine del GSE a seguito dei rilievi della Corte dei Conti, rischiano seriamente di aggravare la situazione operativa del Gestore dei Servizi Energetici. Senza voler entrare nel merito delle procedure utilizzate o delle persone scelte, la situazione creatasi è di assoluta criticità per il settore delle rinnovabili e dell’efficienza che, come noto, attende da anni i provvedimenti necessari a poter realizzare nuovi investimenti e a far funzionare efficientemente quelli già realizzati.

Il GSE è un soggetto complesso, con molte articolazioni e che gestisce ingenti somme di denaro e interessi rilevanti e si trova quotidianamente a dover risolvere problematiche alle quali è chiamato a dare risposte certe in tempi rapidi. Per far sì che questo accada, è indispensabile che la struttura tutta, vertici, funzionari e dipendenti tutti, lavori in maniera compatta così da poter fornire risposte univoche e certe agli operatori. Purtroppo invece quanto sta accadendo, ed in particolare i ritardi e i cambi che vi sono stati e vi dovranno essere per ripristinare la situazione, rischiano seriamente di compromettere il già delicato equilibrio che regola l’operatività dell’Ente, con grave rischio per le aziende del comparto, proprio a ridosso di importanti appuntamenti in cui il GSE è chiamato ad operare con tempestività e competenza.

            La speranza è che almeno si torni a dare centralità al ruolo delle Associazioni, e soprattutto che si torni a dare le risposte alle istanze avanzate nel tentativo di risolvere le molteplici criticità che nel tempo si stanno accumulando e che oggi rischiano di avere ulteriori ritardi non più accettabili.

            L’operatività, l’efficienza, la competenza e la trasparenza del GSE dovevano essere la priorità da perseguire per dare un impulso propositivo, oggi si rischia invece di fare un passo indietro del quale il settore intero, e quindi il Paese, subirebbero le conseguenze negative. Serve invece un forte impulso che segni il passo avanti promesso e non ancora arrivato

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