Attualità Caccia, il No dell'ENPA alla deregulation filovenatoria

Caccia, il No dell’ENPA alla deregulation filovenatoria

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Stralciare dalla proposta di legge “omnibus” n. 982, che vede come primo firmatario Filippo Gallinella (M5S, presidente della Commissione Agricoltura della Camera) le norme che delegano al mondo venatorio la delicata materia della “gestione” faunistica. Lo chiedono le associazioni Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf che sottolineano come un’approvazione di tali norme, attualmente all’esame della Commissione Agricoltura della Camera, porterebbe di fatto alla possibilità di sparare tutto l’anno.  «Gli stessi emendamenti filovenatori sul “controllo” faunistico – osservano le associazioni – erano già stati respinti dal Senato dopo che i loro medesimi proponenti li avevano ritirati durante la discussione del decreto “Semplificazioni”. E’ inaccettabile che la Camera stia cercando di riproporne il contenuto».

Secondo Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf, si tratta dell’ennesimo tentativo di stravolgere la legge 157 del 1992 sulla tutela della fauna selvatica e sulla regolamentazione della caccia; per questo le associazioni hanno chiesto con una lettera di essere audite dalla Commissione Agricoltura. «La proposta di legge n.982, firmata tra l’altro da molti capigruppo, con il pretesto della semplificazione amministrativa, inserisce due articoli palesemente a favore dei cacciatori. L’art. 31 – spiegano Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf – delega totalmente la gestione faunistica, materia prettamente scientifica di competenza della pubblica amministrazione, al mondo venatorio: un tentativo chiaro di superare, attraverso la modifica della leggenazionale, ben 5 sentenze della Corte Costituzionale che hanno bocciato le Regioni per aver inserito illecitamente nelle proprie leggi regionali la figura del cacciatore/selecontrollore con il chiaro intento di consentire la caccia tutto l’anno».

Sotto accusa anche l’articolo 32 della proposta di legge, il quale amplia il numero delle associazioni venatorie riconosciute (ai sensi della 157/92) inserendo la Confavi. «Con un gesto di responsabilità – concludono le associazioni – la Camera dei Deputati si esprima per lo stralcio di questi due articoli, pericolosi, dannosi e senza alcun presupposto scientifico. Misure, quelle in discussione, del tutto all’opposto rispetto alle grandi esigenze del patrimonio faunistico del nostro Paese che richiede invece una forte, decisa, politica di tutela».

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