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98 milioni di dollari per uccidere i cani e gatti nei “rifugi” newyorkesi

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Un deciso cambio di rotta nella gestione del randagismo, con il sostegno delle strutture “No Kill”. E’ quanto chiede Enpa al sindaco di New York, Bill De Blasio, con una petizione internazionale sulla piattaforma Avaaz (clicca per firmare). L’iniziativa critica il piano milionario (98 milioni di dollari) varato dall’amministrazione De Blasio per l’ammodernamento dei rifugi newyorkesi e per la costruzione di una nuova struttura nell’area del Bronx, tutti gestiti dal tristemente famoso NY-ACC (New York Animal Care Center). Il punto, infatti, è che tale finanziamento viene concesso senza prevedere obblighi gestionali per ACC, in particolare senza porre fine alle uccisioni indiscriminate di quei cani e di quei gatti, siano essi randagi o animali smarriti, che non riescono a (ri)trovare casa a tempo di record. Insomma nei “rifugi” della Grande Mela non è cambiato nulla, malgrado l’operazione di “lifting” con cui ACC ha rivisto la strategia di comunicazione.

Fino a qualche settimana fa, infatti, il sito internet del gestore precisava che gli animali non fossero stati adottati o non ricongiunti ai loro proprietari entro 48/72 ore, sarebbero stati soggetti ad ”eutanasia”, persino mamme con cuccioli di pochi giorni. Con il restyling del sito, ACC ha fatto scomparire ogni riferimento alle uccisioni, ma in realtà – spiega Enpa – la struttura ha semplicemente nascosto la polvere sotto il tappeto. Per capirlo basta consultare i report mensili del “rifugio” dove, per i soli mesi di Gennaio e febbraio 2018, si dà notizia di ben 203 animaliuccisi senza motivazione medica. Si tratta cioè di cani e di gatti le cui condizioni di salute non erano tali da giustificare l’eutanasia. «E’ proprio nelle pieghe di queste statistiche – chiarisce la Protezione Animali – che si può leggere il peso delle politiche “killer” del rifugio».

Il maquillage comunicativo è dovuto anche alla pressione internazionale che ACC ha iniziato a subire con il lancio della campagna Enpa per un approccio “cruelty free” al randagismo. Una iniziativa, questa, che ha avuto grande successo spingendo alcuni sponsor della struttura – Puma e Missoni, solo per citarne alcuni – a ritirare ogni sostegno, anche finanziario. D’altro canto, la politica delle uccisioni, oltre ad essere eticamente inaccettabile, non ha alcuna efficacia. Infatti, De Blasio e ACC dovrebbero spiegare come mai nonostante il così ampio ricorso all’eutanasia, il fenomeno continui puntualmente a ripresentarsi. Sostenere i rifugi cruetly free, destinando loro i 98 milioni stanziati dall’amministrazione comunale, e imporre ad ACC una strategia “No-Kill” è il primo passo verso la fine dell’emergenza. Come testimonia l’esperienza di quei territori che, senza uccidere un solo animale, con il randagismo hanno chiuso una volta per tutte. Anche in Italia.

Per firmare la petizione clicca qui.

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