Allo stato attuale ogni richiesta di abbattere esemplari di lupo, provenga essa dal Trentino o da qualsiasi altra regione italiana, è assolutamente illegittima. Con buona pace del Trentino, distintosi in queste settimane per un pulsione animalicida che trova ben pochi precedenti e ben pochi riscontri, i lupi continuano infatti ad essere una specie particolarmente protetta. Nei mesi passati Enpa e tantissimi cittadini italiani avevano dato vita a una mobilitazione senza precedenti per dire no al massacro di questi animali, “costringendo” infine il ministro Galletti a sospendere il Piano Lupi. In quella circostanza le regioni avevano avuto un ruolo determinante nell’indurre a più miti consigli il titolare dell’ambiente.
«Ma da allora non abbiamo più avuto notizie sul famigerato piano. Pertanto, è abbastanza singolare che oggi il Trentino si comporti come se qualcuno, non si sa bene chi, avesse aperto alla possibilità di prelievo del 5% sulla popolazione di lupi. Quella possibilità prevista proprio da un piano che nessuno sa che fine abbia fatto. Ma è ancora più singolare è il fatto che il Trentino, pur facendo parte dell’Italia da un secolo, pretenda di gestire la fauna selvatica con un’autonomia di potere che rasenta quella di uno Stato sovrano. Proprio come è accaduto con l’orsa KJ2», dichiara Enpa che prosegue: «Tra l’altro, è bene ricordare che il Trentino si è già visto riconoscere sulla pelle degli animalinumerosi privilegi faunistici, tra cui, ad esempio, il via libera all’uccisione di marmotte e stambecchi».
Insomma, la questione lupo è ancora sul tappeto, così come è da verificare il ricorso – da parte degli allevatori – ai metodi ecologici e di prevenzione come la guardiania e il ricovero notturno degli animali. «All’assessore Dalla Piccola – aggiunge Enpa – chiediamo di disinteressarsi dei lupi per qualche minuto. E di farci sapere a noi come all’opinione pubblica italiana e del Trentino cosa pensa di quegli allevatori che si rifiutano di custodire responsabilmente gli animali, anche se aiutati, salvo poi invocare la licenza di uccidere come rivalsa per atti di predazione del tutto naturali, favoriti dal loro stessa incuria».
Alle Regioni e al governo Enpa ricorda che milioni di cittadini si sono mobilitati contro il Piano Lupi, nella parte che prevede l’uccisione. E da allora il piano sembra essere entrato in un limbo. «Ma se qualcuno pensa che questa pausa possa essere in qualche modo funzionale ai propositi animalicidi dei settori politici più retrivi – conclude Enpa – sappia che ogni tentativo del genere si scontrerà contro un mobilitazione totale».